Residenze Myrsine: profumo di leggenda e di mirto

Scegliere Residenze Myrsine significa abitare una casa che profuma di leggenda. Myrsine, fanciulla dell’Attica, dopo aver battuto un suo coetaneo in una gara ginnica, fu uccisa dall’amico che non accettò la sconfitta. La dea Pallade trasformò il suo corpo in un arbusto che prese il suo nome e che oggi si chiama mirto. Alcuni ritengono che la dea, dopo il giudizio di Paride, si cinse il capo con una corona fatta con questa pianta; altri sostengono che la dea, quando uscì nuda dalla schiuma del mare, si rifugiò dietro un cespuglio di mirto, per nascondersi dagli sguardi concupiscenti di un satiro.

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I Greci usavano il mirto per cingere il capo dei vincitori nei giochi olimpici. Il rito sembra collegarsi alla leggenda di Myrsine. Anche gli antichi Romani conoscevano il mirto, alle cui fronde attribuivano doti purificanti. Nel medioevo i profumieri ottenevano dai fiori, per distillazione, la cosiddetta “acqua degli angeli”.

Legato al nome di Venere, dea dell’amore, il mirto è anche simbolo di purezza, di bellezza e di fertilità, considerato simbolo di protezione per gli amanti e utilizzato ancora oggi in alcune culture durante il rito delle nozze come pianta propiziatoria.

Anche l’aromatica macchia mediterranea, dominata dagli arbusti di mirto, che avvolge le Residenze Myrsine, rende questo luogo speciale da abitare e da vivere.

Una curiosità: il nome del genere della pianta di mirto deriva dalla parola greca myron che significa ‘profumo’ per il caratteristico aroma sprigionato dalle foglie quando vengono stropicciate. Delle piante di mirto è possibile utilizzare davvero tutto: i frutti possono essere impiegati come succedanei del pepe; dai fiori e dalle foglie si ricava un’essenza aromatica chiamata Acqua angelica (già conosciuta nel Medioevo), utilizzata in profumeria per aromatizzare saponette o per aromatizzare tè, vini o liquori; con il legno si creano oggetti torniti; viene utilizzata anche come pianta medicinale, l’infuso delle foglie ad esempio ha proprietà digestive, rinfrescanti e balsamiche, ma ci sono molte altre preparazioni per gli usi più diversi; in cucina i rametti con le foglie vengono usati come spezia per insaporire i piatti di carne e pesce; infine l’impiego più noto: dalla macerazione alcolica delle bacche si ricava il famoso liquore tipico della Sardegna, il mirto rosso.

Se hai una residenza qui perché non provare a farlo? Ecco una ricetta per realizzarlo.

 

Mirto di Sardegna, ingredienti (10 Porzioni):

Ciò che ti occorre innanzitutto sono 200-250gr di bacche di mirto mature (che qui non si avranno problemi a trovarle!)

1 litro alcool al 95%

1 litro acqua

500gr di zucchero

 

Preparazione:

Mettere le bacche in un contenitore, copritele completamente con l’alcool e chiudere con un coperchio non ermeticamente; lasciare in infusione in un luogo fresco e buio per almeno 20 giorni, mescolare di tanto in tanto.

Trascorsi i venti giorni filtrate il liquido, strizzate le bacche delicatamente o passarle al passaverdure; portare quasi ad ebollizione l’acqua con lo zucchero in modo da formare uno sciroppo, quindi farlo raffreddare a temperatura ambiente e unitelo all’alcool ricavato dalle bacche. Filtrare nuovamente il liquido ottenuto attraverso un colino a maglie fini, imbottigliate e lasciate riposare in un luogo fresco. Servire fresco!

Da non dimenticare che il famoso liquore mirto è stato definito dall’huffingtonpost uno tra i 20 migliori drink nel mondo!

Nel 1994 è stata istituita l’Associazione Produttori Mirto di Sardegna allo scopo di definire un marchio di qualità e promuovere azioni di tutela. Con un Decreto legge del 1998 il mirto di Sardegna è stato inserito nell’elenco ufficiale dei Prodotti Tradizionali.


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