Roberto Gilardi.

La storia vera di un campione di motociclismo appassionato di off road in Sardegna.

Residenze Myrsine. L’aria calda al tramonto profuma di mirto. Ci si rilassa piacevolmente a bordo piscina dopo un’avventurosa giornata di Off Road alla scoperta di viste mozzafiato e paesaggi incantevoli a due passi da casa.

 foto

Scorgo la sua KTM, ferma come Minerva a riposo dopo una lunga battaglia, e gli chiedo: Roberto ma cos’è per te veramente la moto?

Immediato, secco, lapidario mi risponde: La moto per me è come una bella donna che quando la possiedi sculetta e se non sculetta godi solo a metà!

Tra il mio imbarazzo naif e l’ilarità generale penso disarmata che non ci sono altre parole-se non le sue-per descrivere chi è Roberto Gilardi. Se dovessi dire la mia, lo definirei un Campione alla vecchia maniera, diretto ma gentile e con tanta voglia di correre più che di notorietà. In simbiosi costante con la sua moto, instancabile compagna di viaggio, ha iniziato il suo percorso nei primi anni di vita tra i monti piemontesi, quando all’insaputa dei genitori collezionava le moto nel garage della sorella. Rimango affascinata ad ascoltare la sua storia, dagli esordi con le moto da cross, al passaggio sulle moto da strada, dalla partecipazione al Campionato italiano corse in salita, alla prova più importante: la pista.

Lui c’era.

Era già in sella prima ancora del Campionato Mondiale Superbike (inaugurato nel 1988) quando chi correva lo faceva più per passione che per professione.

“Le prime gare su pista le facevo con la stessa moto con cui partivo da casa” – mi dice.

Quali sono stati per te gli anni più belli, i tuoi anni d’oro?

Sicuramente quelli del Campionato Italiano Sport Production; nell’88 ho vinto correndo con la Bimota DB1 e nell’89 ho gareggiato nella categoria oltre 600 con la Ducati 851.

Erano anni di fermento e sperimentazione per il motociclismo, correvamo con moto di serie, nate per la strada, adattate per l’uso in pista in sicurezza con poche ma significative modifiche.

Il campionato italiano Sport Production ha visto nascere tanti talenti. Centinaia di piloti, dal 1986 al 1996, hanno partecipato. Molti di loro sono arrivati al motomondiale e ne sono tutt’ora protagonisti, altri ancora hanno fatto solo un campionato o poche gare. Tutti abbiamo condiviso lo stesso sogno, l’emozione di essere piloti, di entrare in trenta alla prima curva, di tirare le staccate e piegare come mai avremmo pensato di fare prima.

Come si viveva la competizione, cosa ricordi con piacere del Fuori Gara?

Eravamo pieni di passione. Quando le moto non andavano di moda come ora, quando ancora la stampa non si interessava a nomi come Valentino Rossi, Biagi, Capirossi, noi correvamo e correvamo con il cuore ma per vincere.

In gara tutti nemici, fuori tutti amici.

Quegli stessi amici con cui ci si ritrovava la notte a Misano – 24ore no stop -o a gareggiare al Mugello in sella ad un Ciao tra le roulotte.

La Moto o la velocità, cosa apprezzi di più?

Sono due aspetti sicuramente differenti però per me ugualmente importanti. Mi piace il mezzo, la tecnologia applicata alle moto, i pezzi prestanti … che ti permettano di andare veloce.

Vedere un ammortizzatore, una forcella, un impianto frenante all’avanguardia è come vedere una bella donna ben vestita (che ti fa andare veloce, è consentito pensarlo solo al lettore).

Cos’è cambiato?

La professionalità.

Ai nostri tempi si partiva da casa con moto e zainetto per poi tornare la notte soddisfatto/di-sfatto, ed eravamo felici semplicemente di averlo fatto a prescindere dalle vittorie o dalle sconfitte. Adesso è diverso, perchè se non hai un team, un mezzo di un certo tipo, il dottore, il manager, è molto difficile soprattutto per via dei costi elevatissimi.

Era tutto diciamo “più privato”, anche nei campionati mondiali. Si truccavano le moto, oggi invece ci sono gli ingegneri.

Come mai la Sardegna? Come mai hai scelto l’isola per le tue avventure off road?

8mila km di sterrati TI INVOGLIANO. Partendo dalle Residenze Myrsine, con pochi km di asfalto hai la possibilità di trovare percorsi off road di tutti i tipi, dai più semplici ai più complessi ed entusiasmanti. Più vai in alto, più vedi il mare e tutto ciò è impagabile soprattutto in primavera e in autunno quando il verde è pazzesco e la temperatura splendida.

Perfetta perfino per immergersi in un guado e venirne fuori splendidamente in compagnia degli amici più cari, mi si consenta di aggiugere.

Anita Falcetta


Facebook Twitter Linkedin Pinterest

0 Commenti

Trackbacks/Pingbacks

  1. Six days of Enduro: Residenze Myrsine sulle tracce dei vincitori - A dream to live off road - [...] terres sardes, au delà même des parcours officiels. S’est joint à nous lors de ces excursions, Roberto Gilardi, un ...

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>


© 2018 - Investment&Development SpA - P. IVA 05481180965 - Disclaimer